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Calano le nascite, quali soluzioni? Raddoppio bonus bebé o migliori servizi?

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“Se andiamo avanti con questo trend, senza riuscire a invertirlo, tra 10 anni (cioè nel 2026) nel nostro Paese nasceranno meno di 350.000 bambini all’anno, il 40% in meno del 2010: un’apocalisse”.

L’ha detto – in un’ intervista a Repubblica – il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin che indica il raddoppio del bonus bebé come un modo, ma non l’unico, per affrontare quella che definisce “la vera emergenza italiana”.


incinta

Ma che cos’è il bonus bebé? Fino al 2017 il bonus bebé è riconosciuto ai nuclei familiari che hanno un ISEE inferiore a € 25.000 all’anno e a quelli che lo hanno più basso di 7.000.

I primi hanno diritto a un assegno di € 80 al mese (€ 960 annuali) per ogni figlio, i secondi a € 160 euro al mese (€ 1.920 annuali).

L’ipotesi allo studio dei tecnici del Ministero della Sanità vedrebbe l’aumento (il raddoppio) della quota mensile per il primo figlio a € 160 o a € 320 a seconda della soglia di ISEE.


Se il crac demografico nel nostro Paese è talmente evidente da destare le preoccupazioni del Ministro della Salute Lorenzin, la Fp Cgil rende nota la drammatica situazione in cui versano i servizi pubblici per la prima infanzia.

In Italia più di 900.000 bambini (con età tra 6 mesi e 2 anni) non frequentano l’asilo nido: in parte per una scelta dei genitori ma – in larga maggioranza – per l’impossibilità di poter accedere a questa tipologia di servizio, tra una scarsa offerta pubblica e un costo più alto dei servizi privati.

Dallo studio emerge che la spesa pubblica (a carico dei Comuni) per i servizi per la prima infanzia attualmente esistenti si aggira intorno a 1,3 miliardi di euro, che sale a 1,6 se si considera anche la quota pagata dagli utenti per le strutture private.

Secondo i dati Istat elaborati dalla Fp Cgil – relativi al 2012 – l’offerta complessiva di asili nido e micro-nidi pubblici e privati copre una fascia di bambini con età 0-2 anni pari al 17,9% e cioè 289.851 bambini (18 posti ogni 100 bambini): c‘è quindi una quantità enorme di bambine e bambini ai quali non viene garantito un diritto che gli spetta.

Secondo noi la chiave per rilanciare le nascite non è il bonus bebè, ma l’investimento nei servizi per la prima infanzia, che consenta un’educazione di qualità fin dalla nascita.


mamma legge bimbo

Il Gruppo Nazionale Nidi e Infanzia dichiara:

“Fin dalla nascita ogni bambino è soggetto attivo dotato di potenzialità cognitive, relazionali e sociali; è una persona con peculiarità proprie ed evolutive, non riconducibili entro una norma o uno standard.

L’educazione del bambino dalla nascita ai sei anni sostiene e promuove lo sviluppo delle potenzialità di tutte le bambine e di tutti i bambini, nel rispetto di tutte le diversità, offrendo loro un contesto di socialità positiva e ricco di opportunità culturali.

La complessità e al tempo stesso la delicatezza della crescita infantile nei primi sei anni di vita vanno sostenute con uno stretto intreccio tra cura ed educazione e secondo un approccio olistico, che coniughi dimensione affettiva, sociale e cognitiva e valorizzi gli aspetti di vita quotidiana come elementi fondamentali dell’esperienza dei bambini in questa fascia di età.

La relazione educativa è improntata all’ascolto e al dialogo con i bambini, alla rilevazione e promozione dei loro interessi e curiosità, dei loro percorsi di apprendimento, della costruzione condivisa della conoscenze mettendo al centro il gioco come importante mezzo di conoscenza del mondo esterno e di elaborazione di quello interno.

Il lavoro educativo prevede l’ascolto del punto di vista dei genitori sulle scelte educative e la condivisione con loro degli obiettivi educativi, la partecipazione delle famiglie alla vita dei servizi e delle scuole dell’infanzia e l’incontro tra le famiglie; si realizza nel confronto collegiale e nella collaborazione.

Questi aspetti costituiscono un patrimonio culturale diffuso e vitale nel mondo dell’educazione infantile e vanno sostenuti con provvedimenti adeguati e un impegno consono di risorse.


educatrice con bimbi

Pertanto è evidente quanto siano importanti i servizi per la prima infanzia a sostegno dei genitori e della famiglia per l’educazione, la crescita ed il benessere dei bambini (e non solo come servizio di conciliazione per coloro che lavorano): siamo convinti che investire risorse pubbliche sul potenziamento ed il miglioramento della rete degli asili nido pubblici o accreditato/convenzionati con gli enti pubblici (anche abbattendo i costi di accesso) produca risultati migliori che erogare sovvenzioni direttamente alle famiglie, che fungono più da soluzioni “tappabuchi” che da una vera e propria strategia di rilancio delle nascite nel nostro Bel Paese.

E Tu, cosa ne pensi? Scrivi qui sotto la tua opinione!

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