Come prendersi cura dei genitori anziani (senza ammalarsi)
Nella società odierna in tanti casi i nonni in piena salute sono una grande risorse per i propri figli e per i nipoti: sostituiscono la baby sitter, accompagnano i nipoti a scuola o fare sport, aiutano a fare i compiti e, sempre di più, danno il proprio sostegno economico nei momenti in cui ce ne sia bisogno.
Ma con il passare degli anni le cose possono cambiare e molte donne e uomini “di mezza età” si trovano ad affrontare una sfida difficile: da una parte fare da genitori ai propri figli e dall’altra fare da genitori ai propri genitori.
Una condizione – in Italia – che accomuna sempre più persone, che ogni giorno cercano di trovare soluzioni il più possibili “stabili” (e soprattutto un po’ di serenità).
Imparare a prendersi cura di chi prima si prendeva cura di noi: non è uno scherzo e non ci si inventa in questo ruolo; è la sfida che devono affrontare gli uomini e le donne che sono contemporaneamente coinvolti su due difficili “fronti”, come quello di assistere un anziano genitore e di accudire un figlio o più figli che stanno crescendo. Una sfida (molto spesso tutta al femminile) che porta le persone a diventare genitori dei propri genitori, muovendosi come acrobati tra la casa, i figli, il lavoro, i medici e le pratiche burocratiche per l’accesso alle cure.
Come conciliare le esigenze della propria vita (e della propria famiglia) con i bisogni dei genitori che invecchiano e si ammalano sempre di più per poi diventare non autosufficienti?
Come superare il senso di colpa che ci assale quando consideriamo i genitori che invecchiano come un “peso” da portare?
I RUOLI SI INVERTONO -> Laura Chiassone nel suo lungometraggio “Tra cinque minuti in scena” ha raccontato cosa succede in quel momento della vita in cui i ruoli si invertono e da figli si diventa “genitori” dei propri genitori. Il film è uscito nel 2013 e racconta la vita dell’attrice Gianna Coletti, figlia combattuta tra lavoro (come attrice di teatro) e cura della madre malata non più autosufficiente. Una storia che rispecchia in maniera verosimile il conflitto che molte donne italiane vivono ogni giorno nel nostro Bel Paese, visto che l’Italia vanta il primo posto come Paese più vecchio del «vecchio» continente. “Sono diventata la madre di mia madre: mia figlia ha 90 anni” dice la Coletti. “Fino a qualche anno fa non ero disperata, ero disperatissima. Non solo perché vedevo il suo decadimento fisico, mentale, ma soprattutto perché lei non accettava nessun aiuto esterno. Voleva che l’aiutassi solo io” racconta l’attrice, sottolineando il fatto che per la madre nessuna badante andava bene.
UNA “NUOVA” FAMIGLIA -> Succede anche che la malattia di un genitore anziano subentra proprio in una fase particolare della vita di un figlio, ad esempio nell’età evolutiva o durante l’adolescenza: riuscire a soddisfare i bisogni e dare le stesse attenzioni ad entrambi richiede una nuova “struttura relazionale” all’interno della famiglia. Per la persona anziana non è facile accettare la vecchiaia, soprattutto se nel corso della vita è sempre stato indipendente e d’aiuto per gli altri. Spesso l’anziano evidenzia due tipi di bisogni crescenti: necessità di dipendenza fisica (a seconda delle sue condizioni di salute) e bisogno di conservare un’identità adulta (bisogno di autonomia). Il conflitto tra questi due bisogni segna profondamente il significato delle relazioni tra genitori e figli. I genitori anziani devono elaborare l’idea di dover dipendere dai loro figli e questi a loro volta devono pensare di farsi carico di genitori sempre meno autonomi. Questo nuovo evento mette alla prova tutto il sistema familiare. L’anziano che non è autosufficiente va a vivere con il figlio, quindi bisogna creare uno spazio per il nuovo ospite in famiglia, ridefinendo anche la struttura della casa, dando ad esempio una stanza al genitore malato, sacrificando uno spazio ai figli. Questa nuova ridefinizione può creare disagi alla “nuova famiglia”, bisogna dunque riuscire a mediare con tutti i membri presenti.
LE DIVERSE FASI DELLA VITA -> Non sono rari i casi in cui tutto succede nello stesso momento e quindi, ad esempio, una donna scopre di aspettare un bambino e allo stesso tempo scopre la malattia di un genitore, passando quindi da una notizia gioiosa ad una estremamente triste. Quale emozione far prevalere? Come gioire per la vita che sta nascendo dentro di noi senza sentirsi in colpa per quella che sta finendo? Per quanto sembri assurdo e difficile, una volta che si è consapevoli della malattia di un genitore, bisognerebbe condividere i momenti gioiosi il più possibile con loro. Coinvolgerli nelle decisioni da prendere in merito, ad esempio, all’organizzazione di un matrimonio, di una nascita o di una comunione di un nipote potrebbe dare loro l’idea di essere ancora utili. Prendere in considerazione le loro opinioni e i loro consigli sul da farsi è d’aiuto per il genitore che si sente importante pur non potendo ad esempio uscire di casa e per il figlio che sente ancora di poter godere dell’aiuto e dell’attenzione del genitore.
ACCETTARE UN AIUTO ESTERNO -> In un primo momento l’idea di farsi aiutare da qualcuno “esterno alla famiglia” non viene presa nemmeno in considerazione perché vissuta come una sorta di “scarico” delle responsabilità e soprattutto perché si è convinti di farcela da soli. Ma accettare un aiuto non vuol dire abbandonare il proprio genitore: un aiuto è una risorsa all’interno della famiglia. Chi non lo accetta è costretto a sacrificare la propria vita, i propri impegni e quelli dei figli, creando così un grande disagio all’interno del nuovo sistema familiare. Potrebbe nascere un accumulo di tensioni che la famiglia non riesce più a sostenere. Ricorrere quindi ad aiuti esterni, come ad esempio una badante in determinate ore del giorno, possono aiutare a non cambiare del tutto la vita quotidiana. Il “senso del dovere” nei confronti del proprio genitore malato non deve prevalere sulla nostra vita perché si rischia di trascurare i figli e il partner creando disagi.
IL SENSO DI COLPA VA SUPERATO -> Quando sorge la necessità di prendersi cura dei genitori, d’istinto la donna si offre volontaria, ma ad un certo punto ne sente tutto il peso e scatta la voglia di un po’ di libertà per riprendere fiato. Salvo poi dover fare i conti con il senso di colpa per aver pensato ai propri cari come ad un peso troppo grande da sopportare. Se non riusciamo ad accettare l’idea che l’anziano ha bisogno di noi e la convivenza con lui diventa un peso, portando problematiche anche all’interno della famiglia, potrebbe essere opportuno pensare di portare l’anziano in una struttura diurna (centro diurno, casa di quartiere, ecc.) o residenziale competente (residenza servita, casa di riposo, residenza protetta, ecc.) dove potrà essere accudito con cure adeguate. Questo non vuol dire abbandonare il proprio caro: sono molte le strutture ben organizzate che coinvolgono i familiari e i parenti, cercando di integrarli il più possibile all’interno della struttura e nella vita dell’anziano. In alcuni casi questo distacco fisico aiuta a riequilibrare i rapporti con l’anziano e con tutta la famiglia: il distacco fisico non è un distacco emotivo. Andare a trovarli spesso, cercando una struttura non molto lontano da casa, essere presenti nella loro vita invitandoli a casa ogni qual volta è possibile, è un modo di accudire il proprio caro che ci permette di non essere assaliti dai sensi di colpa.
E GLI ALTRI MEMBRI DELLA FAMIGLIA? -> Di recente la Cina ha varato una nuova legge che prevede che i figli adulti facciano visita ai propri genitori “frequentemente”. Il provvedimento è nato in seguito al fatto che la popolazione cinese sta invecchiando rapidamente a causa della politica del figlio unico. In Italia non abbiamo certo bisogno di una legge che ci imponga di stare vicino ai nostri genitori, ma spesso non tutti i membri della famiglia sono ugualmente disponibili: magari c’è chi se ne occupa di più e chi, invece, se ne lava le mani. Le ricerche dimostrano che sono le figlie femmine a fornire la maggior parte delle cure – soprattutto in termini di assistenza diretta – ai genitori. Molto dipende dagli impegni lavorativi ma anche dal rapporto che si ha tra fratelli e con gli stessi genitori. La condivisione della cura dei propri cari è però fondamentale: ad esempio c’è chi può offrire assistenza quotidiana ospitando il genitore anziano nella propria casa, chi invece può accompagnarlo in determinati luoghi (ad esempio dal medico), chi può occuparsi delle spese, dando un contributo economico e poco fisico. L’importante è che ciascuno faccia la sua parte, anche perché così si può condividere il dispiacere e le preoccupazioni per i propri genitori.
IL NOSTRO CONSIGLIO -> In fondo accudire il proprio genitore anziano malato sicuramente rafforza una relazione che lascia più tempo per ritrovarsi, prima di concludersi. Ma questi aspetti positivi possono ampliarsi solo se il carico di cure verso l’anziano che perde autonomia viene condiviso in modo esteso e sostanziale dalla “comunità sociale”, in tutti i suoi aspetti medico, assistenziale, psicologico e sociale. In una “gestione solitaria” di una situazione così complessa, il troppo amore e i troppi sensi di colpa verso chi si ama rischiano diversamente di rimettere in discussione tutti gli equilibri faticosamente costruiti in una vita (e di ammalarsi, come purtroppo succede sempre più spesso).
You can certainly see your expertise in the work you write.
The world hopes for more passionate writers like you who are not afraid to say how they believe.
All the time follow your heart.
Sono giá ammalata…..
I genitori da accudire sono 2….
I figli adolescenti sono 2….
I fratelli latitanti sono 2…..
Mio marito é uno….
Sono una donna al quadrato….
incompleta, incasinata, incapace di fare 1 cosa fatta bene….faccio tutto a spizzichi e morsi….e nulla fino alla fine….é molto pesante
Ciao Cinzia, io vado avanti per inerzia e con ansiolitici e antidepressivi. I miei sono anziani, mia mamma ha una demenza da 3 anni, da quando ne aveva 70 e, pur avendo una signora 3 ore al giorno, si può dire che non ho più una vita. Ho 49 anni non ancora compiuti, sono figlia unica, ho appena affrontato 2 traslochi tutti sulle mie spalle e sto lavorando. Faccio fatica, tanta… Non so per quanto tempo riuscirò a reggere questo ritmo. È tutta una richiesta, niente tempo per me e la mia cagnolina, l’unico essere che sembra capirmi e comunque darmi affetto sincero. Loro, ma soprattutto mio padre, sono diventati egoisti in un modo eccessivo e non capisce che ho bisogno di ossigeno. A volte devo fare finta di essere al lavoro per stare un minimo in pace altrimenti non c’è modo di tirare il fiato.
Ciao, Roberta
E’ vero, è molto difficile perché gli anziani diventano egoisti e non capiscono, subentrano anche i sensi di colpa, ci si può ammalare. Conviene farsi aiutare da una persona esterna altrimenti si rischia di rovinare anche il rapporto.
Ti condivido in pieno, non sei la sola.
Curo mia madre da 16 anni e ho curato mio padre 13 anni
I miei fratelli non hanno mai fatto niente
Tutti latitanti
Vengono a casa solo per comandare.
Ti capisco, sono nella stessa situazione. Identica. Che fare?
Ottima relazione ed utili spunti.
Sono molto deluso da un fratello che fa poco e niente mentre io cerco di fare del mio meglio senza avere un minimo di collaborazione da parte sua. La coscienza mi sembra di averla a posto pero poi alla fine hai fatto poco e secondo gli altri praticamente niente.
che schifo, sono stanco e deluso
Sentirsi in colpa per cosa? ,Sembrerebbe semplicistico eppure è il normale stato delle cose. Mia madre vuole comunque comandare, non vuole aiuti esterni. Io sono figlio unico e mi sorbisco pure i suoi attacchi di egoismo. L’accudisco nel migliore dei modi. Le parlo e lei non ne ha voglia . Però se ne ha voglia di parlare di prodotti alimentari o per la casa bisogna che stia a sentire. Lo Xanax non mi basta più. Ma che sensi di colpa dovrei avere? Fa tutto da sola. Ed è pure svalutante nei miei confronti. Di più non mi è possibile fare e sopportare. È il normale svolgersi della vita. Non sono i nostri figli, il loro equilibrio futuro non dipende da noi. Sono i nostri genitori che pretendono in modo ambivalente tutto il nostro tempo, la nostra pazienza credendo che perché ci hanno tirato su abbiamo obbligo di servitù nei loro confronti. Enno’ il rispetto deve esserci anche da parte loro. Se ovviamente sono più che lucidi. Non mi faccio sensi di colpa se essere anziano diventa un alibi per essere maleducati ed egoisti. Quando non diventano cattivi e subdoli coi figli che si fanno in 4 e gentilmente stucchevoli con amici parenti e conoscenti.
Parole sante. Tristissima verità
Sandro ti comprendo perfettamente, sono nella tua stessa situazione non solo e’ brutto vederli cosi’ ma ad un certo punto ti succhiano tutte le energie senza darti un attimo di respiro e fai di tutto per loro e poi ti criticano pure come se non gli facessi niente, diventano egoisti manco tu fossi fatto di ferro, se sono stanchi loro dobbiamo comprenderli, quando lo siamo noi per tutti gli sbattimenti non lo vedono, anzi ti fanno pure la morale. C’e’ da diventar matti mio caro
Salve, anche io sono già “ammalato”. 46 anni, senza lavoro, celibe, vivo con mia madre a cui hanno diagnosticato la demenza da circa un anno, cardiopatica da accudire e pensionata. Alla fine sono rimasto bloccato a casa, passando la maggior parte del tempo nell’assistenza di mia madre e nella gestione dell’amministrazione di famiglia. Ho smesso di cercare lavoro, arrivando a rinunciare addirittura ad alcune proposte perché non possiamo permetterci una badante… Una sorella latitante sposata senza figli, lavoratrice, che non fornisce alcun apporto pratico, tranne sostegno finanziario e con cui ci confrontiamo su determinate scelte: in più devo sorbirmi le frustrazioni del suo lavoro. E’ molto pesante. Sto lavorando contro me stesso.
Ti chiedo perdono ma mi chiedo primo perché non ti fai seguire psicologicamente e poi non avete pensato ad un istituto?
Fratello!
Mi fa bene capire che il mio problema è il problema di molti, specie delle donne che se sono single, hanno in questi casi un carico
Assistenziale impressionante. PERCHÉ NON COSTITUI
AMO UN ASSOCIAZIONE CHE CI AIUTI A NON FARCI INGHIOTTIRE. SCAMBIAMOCI INFORMAZIONI SULLE BADANTI
E quando l’anziano padre e’ un vecchio egoista insensibile a chiunque e alle loro necessita ? Che non capisce minimamente le necessita’ altrui ? Insomma un vecchio str….?
Da quello che mi risulta gli anziani vengono spesso visti così.
È proprio la loro condizione di “anzianità” che, facendoli sentire più fragili, li porta ad incattivirsi. E purtroppo questa diventa la scusa più banale e più usata da coloro che hanno deciso di non occuparsene.
Io di fratelli ne ho tre, insieme a due genitori anziani, anzi anzianissini e divorziati (quindi vivono in posti diversi).
I miei fratelli hanno fatto una scelta riguardo ai Miei: fregarsene.
È una scelta di vita (così mi hanno detto e non solo loro).
Se vuoi tu fai lo stesso altrimenti se scegli di stare appresso ai tuoi genitori vorrà dire che te ne assumersi tutta la responsabilità e comunque sarà stata una scelta solo tua e se la questione diventa troppo pesante peggio per te che hai fatto questa scelta.
Sarò matta ma io i Miei li aiuto eccome: li accompagno a tutte le visite mediche, cerco anche di risolvere i loro problemi dove posso e forse tra un po’ mio padre viene a vivere con me perché la sua badante dopo 15 anni ha deciso di andarsene (forse ha visto che è diventato troppo vecchio e come si dice a Roma “sta’ a tela’ (ossia se la sta svignando).
Ho anche un compagno che per fortuna mi appoggia e mi sta vicino.
Che dire: é ovvio che farò di tutto per trovare un giusto equilibrio tra le mie esigenze e quelle dei miei,per salvaguardare i miei spazi personali senza per questo trascurare chi comunque mi ha messo al mondo e mi ha cresciuto. E a tutti quelli che come i miei fratelli se ne “fregano” auguro la più serena e felice esistenza, se Dio vorrà.
Io di fratelli ne ho tre, insieme a due genitori anziani, anzi anzianissini e divorziati (quindi vivono in posti diversi).
I miei fratelli hanno fatto una scelta riguardo ai Miei: fregarsene.
È una scelta di vita (così mi hanno detto e non solo loro).
Se vuoi tu fai lo stesso altrimenti se scegli di stare appresso ai tuoi genitori vorrà dire che te ne assumersi tutta la responsabilità e comunque sarà stata una scelta solo tua e se la questione diventa troppo pesante peggio per te che hai fatto questa scelta.
Sarò matta ma io i Miei li aiuto eccome: li accompagno a tutte le visite mediche, cerco anche di risolvere i loro problemi dove posso e forse tra un po’ mio padre viene a vivere con me perché la sua badante dopo 15 anni ha deciso di andarsene (forse ha visto che è diventato troppo vecchio e come si dice a Roma “sta’ a tela’ (ossia se la sta svignando).
Ho anche un compagno che per fortuna mi appoggia e mi sta vicino.
Che dire: é ovvio che farò di tutto per trovare un giusto equilibrio tra le mie esigenze e quelle dei miei,per salvaguardare i miei spazi personali senza per questo trascurare chi comunque mi ha messo al mondo e mi ha cresciuto. E a tutti quelli che come i miei fratelli se ne “fregano” auguro la più serena e felice esistenza, se Dio vorrà.
Marilena
Ho quasi 40 anni e ho iniziato a occuparmi di mia mamma quando ne avevo 28. Mio papà è morto quando ne avevo 29, dopo un periodo di lunga sofferenza. In questi 12 anni sono stata la madre di mia madre, che ha 39 anni più di me. Non ha la patente, devo fare tutto io. La mia vita è portarla dai medici, portarla a fare esami, farle la spesa, occuparsi della burocrazia, andare in farmacia e tornare dai medici.
Siccome non è sufficiente, ho trasformato il mio lavoro, rinunciando a molte cose, chiedendo un part-time. Così posso passare tutti i pomeriggi con lei. Le faccio compagnia, spero di farla passeggiare col sole. Ma ha sempre più dolori, ogni giorno ne ha di nuovi.
Tra mille malattie e lamentele, la mia vita è totalmente dedicata a lei. La sera torno a casa e cucino per il mio compagno e poi il giorno ricomincia la mattina dopo…
La cosa più pesante è la sensazione di non riuscire a fare abbastanza. Avrebbe bisogno di andare un po’ fuori porta, uno o due giorni al mare… anche solo le passeggiate al sole… ma ogni giorno c’è un problema nuovo e mi schiaccia la sensazione di non fare in tempo a ritrovarle la sua serenità.
Non farò figli perché ho già lei e perché non vorrò mai condannare qualcuno tra qualche decina di anni a vivere quello che sto vivendo io.
Vogliamo loro un bene grande e vederli così ci schiaccia letteralmente sotto un macigno ogni giorno.
buongiorno
ho un padre che 66 anni, si è smesso di lavorare al étà di 45 anni.
in questi ultimi anni si è rimasto a casa, non ha nessuna voglia di uscire di casa, neache a bere un caffe fuori, in questi ultimi 4 anni anni ha iniziato a volte di andare in bagno , o da togliere la barba malgrado è ingrado di fare questi cosi.
non ho capito perche fa questi cosi, sta renendo la convivenza con lui molto difficile, passa tutta la giornata a stare in letto. rifiutta di uscire, quando ininzi a parlare con lui in un tema ti racconta altra cosa. non ho capito perche fa cosi, sto cercando come accurarlo, almeno capirlo.
se qlq a esperienza in questo campo mi puo aiutarmi mandando un commento
un Saluto
Salve a tutti anche io figlia rimasta unica e sola con mia mamma da un mese purtroppo il mio caro papà ha avuto un infarto e gli angeli me lo hanno portato via mia mamma è stata male e ora e con me a volte ricorda a volte no gli ho fatto presente che da sola non ce la faccio sto vendendo pure la loro casa e svuotarla e una sofferenza ancora più forte gli ho proposto un alloggio solo X lei ma lei si sente abbandonata casa di cura vome faccio ho bisogno solo di staccare le 2 cose marito e mamma e non trovo via di uscita
Mio padre ormai deceduto era malato di Parkinson malattia degenerativa invalidante. Io sposata lavoravo tutto il giorno ma riuscivo ad andare 3 volte al giorno da mia madre per aiutarla (al mattino prima del lavoro poi a pranzo e a cena per poi metterlo a letto ) tutto questo avendo 1 fratello e 1 sorella in casa con i miei genitori. Poi l’azienda in seguito alla crisi ha chiuso e mi sono ritrovata senza lavoro e con il declino fisico di mia madre. Io le faccio la spesa provvedo per le terapie farmacologiche alle visite mediche ecc…. il tutto con una famiglia e un bimbo di 7 anni a cui dare le giuste attenzioni. Ho più volte chiesto a mia madre di venire a vivere da me ma lei non vuole lasciare la sua casa. Ho chiesto aiuto ai miei fratelli ma sono bugiardi e sfuggenti, anzi mi dicono che mamma non sta così male e che il mio operato si riduce a farmi prescrivere le terapie dal medico. Siamo 5 figli e non riesco a trovare una soluzione e mi sento d’impazzire . Come si può vivere serenamente senza avere ansia per un genitore che è nel pieno declino fisico …..???
Non pensavo fosse così difficile prendersi cura di un genitore malato.Mia madre ha fatto tanto per la sua famiglia,quindi si merita ogni minima attenzione ..Io e mio fratello facciamo il possibile per aiutarla,mentre mio padre ottanta quatrenne e mia sorella maggiore sono latitanti..Mi chiedo una cosa…la loro coscienza dove soggiorna ?dall’ altra parte del mondo? Scusate il mio sfogo
Mia mamma è rimasta vedeva circa un anno e mezzo fa,ha sempre accudito mio padre finché ha potuto poi la situazione è diventata ingestibile. Ora è mia mamma ad essere stata ricoverata e l ospedalizzazione non ha giovato,non riesce più ad avere quel poco di autonomia e vuole andare in casa di riposo…sono figlia unica,abito lontana ma ho sempre corso per loro… lei è lucida e serena nella sua scelta,sono io che sto malissimo e non so come fare. Non sono solo i sensi di colpa,è l’affetto che provo per lei da sempre e la paura di farle del male. Non vuole tornare a casa,si rende conto che con le difficoltà motorie che ha è diventata un peso.
Consolati che non sei la sola,anch’io mi trovo ad assistere mio padre affetto da Alzheimer ormai da molti anni,ho un solo fratello ma purtroppo è sottomesso alla moglie la quale non ha mai voluto saperne di fare i turni e accudire mio padre. Per cui mio padre dimora stabilmente in casa mia da circa 6 anni e da altrettanto tempo non riceve visite neanche da parte del figlio.
Ciao Cinzia e ciao Roberta,
Sono divorziata senza figli e mi è rimasta solo una sorella, ho i genitori anziani la mamma gravemente cardiopatica ed il suo compagno di vita da 41 anni, ora ha la demenza, tre anni fa ho chiuso casa mia e mi sono trasferita da loro, adesso , ad oggi non mi trovo più neppure se mi cerco. Lavoro minimo otto ore al giorno, perché se hai dei figli piccoli non ancora autosufficienti e per giunta malati, è lecito prendere permessi, ma se hai i genitori non autosufficienti e malati è da sfigati perdere tempo per curarli. Mi svago praticamente nel tragitto casa lavoro lavoro casa. Fortunatamente ho mia sorella che si occupa di tutta l’infinita’ di pratiche burocratiche, perché ovviamente, nel frattempo, sono diventata amministratore di sostegno del compagno di mia madre, mi sento ostracizzata dalla famiglia perché non solo le altre due ex sorelle latitano ma giudicano pure le decisioni prese per l’accudimento dei parenti, dai conoscenti che ritengono il mio sacrificio sproporzionato, mi sento sola perché coltivo le amicizie solo tramite cellulare ed un appuntamento al bar diventa un miraggio che rimane irraggiungibile. Sono indignata dalla società e dallo stato italiano che nel 2019 permette, alle figlie/i responsabili , di autoeliminarsi e consente che passi il messaggio di quanto sia estremamente gravoso ed inutile accudire i propri genitori; indignata per l’assoluta mancanza di rispetto per chi ha lavorato e pagato le tasse, cresciuto dei figli ma che per sfortuna non è morto prima di ammalarsi. Auguro quindi a tutti coloro che non hanno promulgato le leggi a favore dei car giver ed a sostegno di chi invecchia ma ancora non muore, di godere l’ebrezza d’invecchiare ammalati avendo a fianco i loro figli che non sprecheranno neppure un minuto ad accudirli perché tanto è tempo sprecato.
Buongiorno a tutti.Mia madre ( abbiente)con demenza progressiva e’ assistita dalla sua badante ( che non vuole -badante bravissima e trattata male) da altra signora, da mia sorella che adora occuparsene e da me.Sono andata in pensione dopo 41 anni di lavoro ed ho una nipotina da veder crescere.Ma non si puo’ perche’ BISOGNA seguire la mammina.Io non ho piu’ vita,non c’e’ piu’ pace, non posso piu’ muovermi senza chiedere permessi ai parenti:Non sono una badante ma una figlia, voglio occuparmi di mia mamma da figlia…ma non si puo’, anche se abito lontano……ma questa e’ vita?….e il fratello?…..e’ maschio non si puo’ disturbare….
Ho 42 anni, un lavoro precario da una vita che mi ha permesso almeno di mantenermi fuori casa fino ad oggi ma senza possibilità di metter da parte nulla, nè certezze per il futuro. Mia mamma ha 84 anni, deambula male dopo due cadute nel giro di 4 anni dove si è rotta prima il femore e poi la tibia, e inizia ad avere una demenza che ogni giorno peggiora. Mio padre, 94enne, di testa è ben più presente ma anche la sua deambulazione è compromessa. Non abbiamo parenti, ad eccezione di un nipote (il figlio di mio fratello morto) che abbiamo visto l’ultima volta al suo matrimonio diversi anni fa e non chiama nemmeno per gli auguri a Natale (figuriamoci per dare una mano in qualche modo)… ma sono certo si farà vivo per reclamare la sua legittima quando i miei non ci saranno più. Da quattro anni i miei hanno una badante full time, perchè non sono in grado di stare da soli. Badante per la quale ho sempre dovuto contribuire anche io economicamente, facendo i salti mortali. Ma ora la badante si è licenziata, assumerne una nuova a tempo pieno non è più fattibile perchè i costi sono aumentati, e ci barcameniamo come possiamo con una signora che fa alcune ore in nero. E’ sempre più difficile conciliare il mio lavoro (seppur part time) con l’assistenza che i miei genitori richiedono, sto cercando di difendere a denti stretti la mia vita e indipendenza, cercando di rimandare il più possibile l’inevitabile e cioè mollare tutto per tornare a vivere coi miei genitori che dovrò assistere (probabilmente molto tempo: mia mamma è discendente di una famiglia di centenari). Con le recenti modifiche al sistema pensionistico io, così come altri della mia generazione, non maturerò nemmeno i contributi necessari per una pensione: immagino i prossimi anni della mia vita da badante dei miei genitori senza poter costruire nulla per me stesso, senza poter mettere via qualche soldo, senza nemmeno la certezza di una casa (perchè quella dei miei genitori dovrà essere per forza “spartita” in qualche modo con mio nipote)…
Eppure, nonostante la situazione non certo rosea, quello che mi concede un po’ di forza è proprio la consapevolezza di non essere il solo in questa situazione. A volte nei momenti bui il nemico peggiore è la solitudine, ma già il fatto di poter pensare che da qualche parte altri sono nella tua stessa situazione, magari imbattendosi in una pagina su internet, può dare un po’ di forza. Quindi non molliamo!
Ciao,podarsi ha una depressione egoistica,se rende conto che si e fatto vecchio,ti fa pesare tutto a te,li devi parlare chiaro o scriverolo su un foglio grande,
Buon giorno a tutti, purtroppo anche per me la condizione non è diversa, mia mamma ha avuto un crollo a livello di salute, quasi due anni fa, poi pochi mesi fa l’ ennesimo aggravarsi a causa di in incidente….e così via ….è iniziato l’ incubo, lei purtroppo è giovane ha solo 65 anni e vederla allettata con tutti i problemi che ne derivano è davvero straziante….ti senti impotente. Ad occuparsi di lei, mio padre in prima persona che nonostante il suo carattere burbero riesce a gestire più o meno le cose, io che al di fuori del lavoro sono quasi sempre da loro e una signora che da una mano tutte le mattine. Ho anche un fratello che però lavora tutto il giorno, ha un bimbo piccolo e una moglie…..diciamo poco ….presente…
Ragazzi è dura come credo ben sappiate, ti privi della libertà e stai male per lei e nulla migliora. Passo de tempo con lei cerco di farle forza e spero di cuore di tornare presto….almeno in sedia a rotelle per poter uscire un pochino. Ma al momento si prospettano ancora mesi a letto e chissà se ce la faremo a vedere qualche cambiamento.
Un abbraccio a tutti, leggervi mi ha fatto sentire meno sola.
Io sono in una situazione drammatica.
Figlio unico , celibe, orfano di padre , convivente con madre da 4 mesi effettuato 9 accessi a Pronto Soccorso, 4 ricoveri senza soluzione al problema.
La notte non dorme, vomito ricorrente dolori stomaco e addome, pressione alta cure farmacologiche cambiate 5 o 6 volte inefficienti.
Sono da solo senza aiuti da amici e parenti. Sto consumando un sacco di giorni di ferie e al lavoro ( cambiatomi 2 anni fa forzatamente con innumerevoli problemi) non mi comprendono ne sostengono.
Sto impazzendo e quel più grave cadendo in crisi depressiva profonda….
Una badante costa e con uno stipendio e tante spese x casa non c’è la Faccio.
leggere queste storie è un po ‘mal comune mezzo gaudio’. Io pure da gestire mia madre 87 anni con demenza . Almeno con mia sorella ci dividiamo il peso, purtroppo anche le tensioni che la gestione crea anche fra di noi. I fratelli sono scomparsi. Entrambe abbiamo lavoro, famiglia e figli.Io sono anche separata. Quanto coinvolgere i nostri familiari nella gestione della nonna? quanto è lecito?quanto percepisce mia madre di tale situazione che, sono sicura, non vorrebbe se potesse ancora decidere. Attendere la morte di un genitore per sollevarsi la vita non ti fa stare in pace con coscienza. La soluzione saca di riposo per mia madre non è stata felice perché non accettata. Ma quanto egoismo nei nostri anziani.
Solo a parlarne si ci ammala.
Esiste quandi una soluzione eticamente accettabile?
Io sono divorziato ed all’epoca per debiti dovetti tornare a casa mia, 4 anni fa ho perso il lavoro e non riesco a trovarne.
Nel frattempo mia madre si era ammalata di Parkinson ed io ho dovuto sorbirmi tutto, per anni accudimento, spesa, visite mediche litigi con mio padre che e’ egoista per natura ed una sorella in casa che pensava solo a pulire come tutt’oggi , ma per visite, comprare medicinali andare dal dottore niente.
Mio padre che pretende che gli ci mettano tutto davanti e non si rende conto che sia mia madre presa dalla malattia ed io stressato da 3 anni a questa parte la cosa e’ diventata pesante.
Due fratelli che se ne escono vivete con loro dovete pensarci voi, bella schifezza, manco se non fossero anche genitori loro.
Stavo in procinto di andare a convivere ma per mezzo di questo lavoro che non si trova, il conciliare col partner e la famiglia disagiata che poi ti rispondono pure male quando non ti senti di fare una cosa ti fa innervosire ancora di piu’ !
Sono diventati egoisti e tu esisti solo per aiutare loro.
Mia madre è in lunga degenza e ha un tumore polmonare, ha 82 anni… mio fratello gestisce tutto e dice i suoi soldi sono per eventuali debiti quindi l’assistenza te la paghi te…. questa ipocrisia e meninfreghismo familiare mi fa schifo. Mia madre ha bisogno di una persona al giorno almeno per cibarsi… io sono al 270 km e invece mio fratello e a 2 km … non ha mai fatto nulla per mia madre e adesso parla sparla costantemente.
La legge sul care giver andava fatta in Italia. Abbiamo eserciti di vecchi
Sono molto arrabbiata in quanto ho fatto il possibile fino ad ora ma mi sono stancata.
Ho, un’invalidità del 85% grazie a mia madre e la sua invadenza VERSO LA MIA VITA
Da quasi 40 prendo psicofarmaci in seguito a una dieta con anfetamine che mi ha insistentemente convinto a fare. In seguito a questi farmaci ho avuto un episodio di psicosi.
Quando succede ciò sei tenuto a stretto controllo e monitorato con farmaci tutta la vita.
Ho continuato con difficoltà conducendo una vita normale ho lavorato più di 30 anni di cui 12 come assistente domiciliare nella mia città.
Dodici anni per 40 ore alla settimana più la scuola con tirocinio di un anno mi hanno dato una buona esperienza nella relazione di aiuto mi sono, sentita di chiedere aiuto esterno da tempo per i miei vecchi in special modo quando la vecchia si è ammalata di demenza.
Il problema è che tutti remano contro:i vecchi a sentirli stanno bene non hanno bisogno di niente e nessuno. In realtà lei mi sta perseguitando con il suo, narcisismo e le sue visioni e abita
a due passi da casa mia il figlio prediletto domenica ha pugnalato metaforicamente la care giver che ero io con accuse
Non sono una martire, se questi famigliari non mi ascoltano mi offendono mi aumentano i problemi del mio quotidiano attacchi di panico e via andare.
Quando da tempo attivo persone aiuto che regolarmente viene rifiutato, lunedì farò domanda di struttura per lui che ha sempre rifiutato tutto.
Sapete che vi dico mi prendo la mia vita che la loro è ormai trapassata
In Africa sono più avanti a 60 anni la maggioranza muore. E’ giusto così
Ho 55 anni, ho una sorella di 65 anni è il suo compagno di 72 anni. Mia madre è stata operata poco tempo fa e prima si andava d’amore e d’accordo. Poi mi ha fatto un po’ innervosire col suo modo di fare poco bello. Mi sono rivolto da uno psicologo che mi aveva consigliato per avere pace di prendere un appartamento. Poi ho parlato con un legale, ma a parte tirare fuori dei soldi non ho concluso nulla. Una mia amica che conosce discretamente mia madre è me dice che io dovrei scucire 300,00 mensili. Ho detto a mia madre quali sono le condizioni per spendere questo denaro visto che il mio stipendio non è così alto. Poi vorrei recuperare un buon rapporto di amicizia con il resto della famiglia, ma se la pigliano sempre col più piccolo della famiglia e indifeso. Mi pare da vigliacchi agire tre contro uno ed in modo volgare. Che fare? Capisco che mia madre mi vuole rendere autosufficiente però quando arrivo a casa dal lavoro, anche se le ho chiesto di non fare molti sforzi di farmi trovare qualche cosa di pronto. No. Mi dice che non ha nulla di pronto per me. E invece io so che qualcosa nel frigorifero anche per me la trovo. E comunque ho sempre cercato di farle capire che i soldi non fanno la felicità e che la correttezza soprattutto con i figli deve essere reciproca. Aspetto una vostra risposta. Grazie!
Mio padre ha 76 anni. Soffre di scompenso cardiaco e fibrillazione atriale e BPCO. Ha avuto anche un tumore al colon nel 2009 che con la radio se n’è andato e una polmonite nel 2015 che ha peggiorato la sua situazione polmonare e anche cardiopatica. Tant’è che siamo al secondo ricovero in pochi mesi a causa di gonfiore ad addome ed arti inferiori.
I medici dicono che va tutto bene e che l’hanno sgonfiato, gli tolgono il catetere e poi ce lo riconsegnano.. ma cosa possiamo fare? Sostituirci ai medici?dicono di dosare il lasix? Personalmente mi sento abbandonata dal SSN. E anche privatamente non è che andiamo meglio… sembra che sia colpa nostra se sta male!!!!
Mia sorella con famiglia è stressata , io cerco di resistere. Lui non è d’aiuto , anzi…ci amareggia ogni volta che siamo là. Poi quella pseudo compagna che si è trovato nel 2014 (guarda caso dal 2015 iniziano i peggioramenti…) fa la gatta morta e il meglio che sa fare e tenergli la mano in ospedale, quando la porta la figlia (l’uunica con la quale ha mantenuto i rapporti dsei 6 figli…) eoppure la porto io (ha avuto il coraggio di lamentarsi perche non la porto sempre).. Io gli metto la crema, io gli passo l’acqua, io controllo questo, controllo quello, parlo coi medici, etc. eppure io, secondo mio padre, non sono d’aiuto, l’avraà detto mille volte ormai da quando è in ospedale.. pure ieri sera presente difronte a quqesta persona che per me resterà sempre una estranea (che ho portato in ospedale io perhcè lo vuole lui!!) e anche oggi che ho fatto le corse per essere a dargli io il pranzo in ospedale “SEI QUA A FAR COSA CHE NON MI AIUTI”…
E’ pesante…
Ha ragione chi ha scritto più in alto che, questi commenti, rincuorano. Figlia unica, madre allettata (già in sedia a rotelle da anni), padre con gravi patologie e con una figlia adolescente. Sono sempre stata totalmente assoggettata a mia madre, carattere fortissimo rinsaldato dall”essere stata figlia unica straviziata. Ora, col peggioramento delle condizioni, eseguo ordini come un automa salvo uralre e incazzarmi quando arrivo alla saturazione. Ma tanto che risolvo? La mia.vita privata sta lentamente disintegrandosi. Lo svago è andare a lavorare e fuggire di casa qualche ora il pomeriggio inventando impegni inesistenti. Alterno rabbia e sensi di colpa che divorano dentro.
È giusto e doveroso occuparsi di chi ci ha messo al mondo e cresciuto.
Ma l’impegno che ha richiesto il seguire la nostra crescita non è minimamente paragonabile a quello richiesto a noi figli quando i genitori sono anziani.
Sono 9 anni che mia madre invalida e cieca vive con me e la mia famiglia. Non immaginavo l’inferno a cui stavo andando incontro….. Da allora litigo con mio marito e con le figlie….. Non usciamo più neanche per un gelato e non andiamo più neanche in vacanza…. Le mie uniche uscite sono fare la spesa, il dottore, la farmacia e gli ospedali per le visite specialistiche….. Ho 1 sorella e 3 fratelli….. Lavorano, sono stressati, si devono riposare, non hanno tempo….. La loro unica disponibilità è accompagnarmi alle visite specialistiche ma perché non ho la patente, anzi uno di loro mi ha pure detto “perché non hai fatto sta patente”….. Non la invitano mai a casa loro…. Non mancano le loro visite qua da noi quando fa comodo a loro…. Anzi se devo uscire ad esempio al sabato o la domenica mattina per fare la spesa devo prima sentire a che ora arrivano perché mia madre non è in grado di aprire la porta….. E premetto anche che lavoravo e sono solo tre anni che sono in pensione…..anche mia mamma rifiuta un aiuto estraneo e anche mio marito e le figlie….. Avere un estraneo dicono che li priva di quel poco di privacy che ci è rimasta…… E io sono arrabbiata, stanca, piena di rancore verso tutti…….
ho curato mio padre e ora curo mia madre
ho passato tutta la vita a curare
Vorrei sapere come mi devo comportare con mia madre di 87 anni suonati. Già quando ero bambino mi ha trattato veramente molto male che solo se avessi conosciuto un Giudice Tutelare avrei volentieri fatto una denuncia e cambiato volentieri famiglia. Il problema attuale è che mi chiede sempre di pagare bollette, forse mi ha scambiato per il suo povero marito che è andato via nel 2009 e poi mi vorrebbe far pagare la donna delle pulizie. Ma perchè? Eppure i soldi non le mancano dato che si compra un sacco di cose strane, fa un sacco di donazioni e varie. Pretende che le compri questo e quello e quell’altro. Ma dico, mi ha preso forse per la casa depositi e prestiti? E’ tirchia come non mai e mi costringe a dire e a fare cose che francamente non vorrei mai fare e dire. Resta il fatto che adesso non mi fa più fare la stanza dalla donna delle pulizie, non mi fa più lavare i panni e pretende addirittura che le paghi ADSL quando la usa soprattutto lei per vedere Internet sul televisore. Aggiungo poi che non prepara più niente per il pranzo e la cena, anche se è vero che mi ha insegnato molte cose. Sta sempre da sola davanti al televisore che le ha regalato il ragazzo di mia sorella e che non si sa per quale motivo non posso mai utilizzare. Tempo fa si è divertita a nascondere il telecomando. E dire che ho cercato sempre di aiutarla ma niente da fare. ho 57 anni, il mio lavoro fisso e mi manca tanto la ragazza. Datemi una mano, sono arrivato al tubo del gas. Così non si può andare avanti. Voglio godere la mia vita in santa pace. Grazie! A presto! Enrico
Purtroppo il lupo perde il pelo ma non il vizio anche mia madre
Ha sempre Acuto un carattere pessimo.
Da bambina mi diceva parole cattive io ho sempre perdonato.
Adesso che la curo da anziana spesso mi insulta offende umilia
Purtroppo il carattere non cambia, se hai una personalità’ da giovane te la ritroverai da anziano,
Appunto, il lupo perde il pelo ma non il vizio
Intendevo ha sempre avuto un carattere pessimo!